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Cantina - i figli di un bacco minore

La carta dei vini dell’Enoteca Perbacco ha avuto un’evoluzione assolutamente inversa, passando negli anni da oltre 1000 tipologie alle attuali 400, più 150 tra distillati e liquorosi. Gestire tanti vini era follia pura ma anche piacevole soddisfazione. Gli inizi erano anni di grande curiosità, di assaggi e scoperte di quello che è lo straordinario mondo del vino.

Grande opportunità negli anni novanta fu l’opera di selezione dei vini che si realizzò al Perbacco per la Guida ai Vini d’Italia dello storico sodalizio editoriale fra Slow Food e Gambero Rosso. Un incessante lavoro di ricerca sui vini e sui produttori della Campania, della Basilicata e della Calabria ma sempre con grande attenzione a quello che succedeva nelle altre regioni. Erano anni straordinari in continua evoluzione qualitativa e numerica. Tranne che per poche grandi e storiche realtà vitivinicole, il ritardo del mezzogiorno rispetto a regioni più consapevoli era grande, fummo testimoni di un grande rinascimento. La qualità del vino del mezzogiorno è oggi una realtà riconosciuta nel mondo e rappresenta bene la sua grande storia e la sua magnifica biodiversità varietale.

La Carta dei vini del Perbacco, sempre ricca di grandi vini da Bolgheri, al Collio, dalle Langhe alla Franciacorta, fa nel 2004 un grande cambio di pelle. Senza farne un’ideologia si sceglie l’attenzione alle piccole cantine, alle piccole vigne capaci di offrire grandi vini da vitigni autoctoni, molte volte rari o semi sconosciuti che resta la nostra nuova piccolissima sfida all’omologazione del gusto imposta dai mercati, nuovo piacere per gli amanti del mondo del vino legato intimamente al suo territorio, un invito all’assaggio di quello che offre il ricco patrimonio viticolo del mezzogiorno e del resto d’Italia.